martedì 21 gennaio 2014

Con l'Asamblea Rioplatense, si chiude davvero il progetto Scambiamente!

Con l'Asamblea Rioplatense, dove il gruppo sudamericano ha condiviso la sua esperienza in Italia con gli altri e le altre giovani del Movimento Juvenil Valdense, e dove la FGEI era presente con la sua rappresentante Cécile Sappé, si chiude idealmente il cerchio che ha visto nascere e fiorire il progetto Scambiamente!
Ci piace salutarvi ringraziando il Signore per la bellezza e la speranza che questo scambio ha portato nelle nostre vite, facendoci sentire fratelli e sorelle in Cristo al di là dei confini dei nostri stati e delle nostre visioni del mondo.
Ci auguriamo che i semi piantati durante questo progetto possano germogliare e portare frutto nelle nostre comunità e nelle nostre società.




venerdì 4 ottobre 2013

Scambiamente… e oltre! Arriva Emanuel!

di Claudio Paravati
Non solo il progetto di scambio, che ha visto impegnati la Federazione Giovanile Evangelica Italiana (FGEI), il Coordinamento delle attività scoutistiche del I Distretto (CASD) e il Comitato Italiano della Cevaa (CI CEVAA) per due anni e mezzo… non solo un gruppo di giovani che dall'Italia è andato in Argentina e Uruguay, solo dopo aver a propria volta ospitato un gruppo di sudamericani in Italia. Non solo tutto questo, un "tutto" fatto di viaggi, scambi, amicizie, relazioni intense da una parte e dall'altra del mondo. 

Il progetto si è trasformato in uno scambiamente… stabile! una connessione che non vuole essere solo un "evento", ma divenire un "modo di con-vivere". Eccone il risultato. L'idea di invitare una partecipazione dal sudamerica per il prossimo Congresso FGEI, il XIX, che si terrà a Ecumene (Velletri), dal 31 ottobre al 3 novembre. 
Aspettiamo l'arrivo di Emanuel Hernàndez, membro della Coordinadora de la Actividad Juvenil della Chiesa Valdese del Rio de la Plata, che atterrerà a Milano il 17 ottobre, parteciperà al Semincampo ad Agape, visiterà i giovani delle Valli Valdesi per poi unirsi con noi in CongressoRimanere in connessione, allargare la rete e la base di elaborazione: questo è ciò che accade. Cosa significa? Molto… molto da scoprire. Allargare la base di elaborazione significa unire mentalità, culture; significa condividere strategie e parole chiave; significa contaminare il proprio modo di stare al mondo, allargando i confini del proprio orizzonte. 



Globale, glocale: la con-vivenza e la messa in comunione delle nostre idee è la base oggigiorno possibile per vivere in maniera nuova la testimonianza per il nostro tempo. Scambiamente è un comitato, un progetto, e ora una realtà di connessione. E' tutto questo insieme, e continua a vivere unendo giovani dall'Italia, dal Sudamerica… e chissà, con un po' di fantasia potrà divenire un polo di scambi, elaborazione teologica, comunitaria, missionaria sempre più ampia.
Un passo alla volta: ora aspettiamo di accogliere in Italia Emanuel! Per chiunque voglia incontrarlo e collaborare con l'accoglienza…contattare @scambiamente!

ci vediamo presto a Ecumene, 
per il Consiglio FGEI
Claudio


martedì 20 agosto 2013

Bentornati e bentornate!

Come avrete immaginato dal silenzio del nostro blog, e dalla contestuale ripresa dell'attività online da parte di tutti e tutte le ragazze che hanno partecipato allo scambio, il gruppo italiano è ritornato! Stanno tutti bene, anche se qui è più difficile trovare qualcuno che sappia cebar mate. 

In attesa di incontrarli al presinodo FGEI, sabato 24 agosto, per la prima testimonianza ufficiale, possiamo ascoltare l'intervista che RBE ha fatto a Marco Fornerone, in una puntata di voci delle chiese tutta dedicata alle reti giovanili! 

Ascoltatela qui!

giovedì 8 agosto 2013

Colonia Valdense

di Camilla Cantafaro
Abitando per tre mesi in un campeggio sul mare, nel periodo di San Lorenzo ho sempre guardato le stelle cadenti, ma non mi ero mai accorta della loro vera bellezza. Se ti distendi sull'erba e fissi il cielo intensamente ti senti davvero  dall’altra parte del mondo. Le stelle non sono più solo piccoli puntini Bianchi nel cielo nero, diventano piccoli frammenti di esperienza che rimarranno per sempre dentro di te, pur avendo avuto pochi istanti di vita. 
Pur di condividere la loro quotidianità con noi, i membri della comunità di Colonia Valdense ci hanno ospitati per la prima notte nelle loro case, con un accoglienza e condivisione davvero rara in Europa. 
Colonia è ovviamente un posto tranquillo però ha strutture e attività molto importanti. 
Come il Sarandì, luogo dove persone disabili e con problematiche gravi possono vivere o passare la giornata con attività varie. La più importante di queste è l'equinoterapia. Tramite la cavalcata a cavallo, la persona in questione svolge degli esercizi fisici che gli permettono un miglioramento di coordinazione motoria. Avendola provata sul campo posso confermare che è molto rilassante e divertente allo stesso tempo. La struttura è statale: infatti, viene finanziata sia dallo Stato sia dai fondi dell’8permille.  A partire dalla seconda notte siamo stati ospitati al Centro Emmanuel, centro di studi teologici donato in beneficenza da una signora svizzera,  che aprì il centro nel 1959 come luogo di ritiro spirituale.
Colonia del Sacramento
Altra opera importante della Chiesa è l’Hogar para Ancianos. In realtà devo ammettere di non esser riuscita a restare all'interno per tutta la durata del giro di visita. Si tratta di posto ben organizzato e dove gli anziani si sentono a loro agio e dove ci hanno accolti con forte emozione, ma non riuscirò mai a guardar negli occhi di uno di loro, il ricordo è troppo forte. Questo viaggio lentamente aiuta anche a superare le proprie paura, perché ti insegna infinite cose. Come condividere con i giovani una cena, che non arriva mai per orari tardi. Poi li guardi bene e capisci che in realtà aspettavano questo momento da tempo e che il loro desiderio più grande in quel momento è condividere tutto quello che hanno e che conoscono con te. Abbiamo giocato, parlato, ci siamo conosciuti intorno a un falò.  Grazie a loro abbiamo potuto visitare una piccola ditta di queso (formaggio), e siamo stati trasportati in un frutteto di pesche dove la meraviglia, i profumi e la luce sembravano non voler sparire all'ora del tramonto. Abbiamo conosciuto anche il Liceo valdese. Completamente diverso dal nostro: modo di insegnamento stravolto e trasportato sul livello amichevole e scherzoso, saloni e giardini interni decisamente ampi, una parco sportivo dove poter praticare le ore di ginnastica scolastica e trascorrere le ore libere di divertimento.  Per conoscere meglio la zona ci siamo divisi in due gruppi, uno è andato a Colonia del Sacramento e l’altro a Rosario e a Colonia Cosmopolita, sempre accompagnati dai ragazzi dell'unione giovanile di Colonia Valdense. L’ultimo giorno non abbiamo avuto attività, la giornata libera per permettere gite fuori programma a Ceci, Stiff, Stevo, Fede e Marta fino a Nueva Helvetia, e per permettere la preparazione dei bagagli e gli ultimi saluti a tutti e a tutte. Sdraiate sul prato, guardavamo il cielo. Non c'erano più stelle, solo azzurro, sole e qualche nuvola che sembrava dipinta. Forse in quel momento, nonostante la bellezza che avevo davanti, avrei voluto la mia stella cadente sul suo cielo nero per esprimere ancora un piccolo Desiderio dall'altra parte del mondo.

Camilla con alcuni giovani di Colonia Valdense
La puesta del sol a Colonia del Sacramento



domenica 4 agosto 2013

Campo al Parque de 17 febrero.

di Camilla Cantafaro

Venerdì abbiamo incontrato l’intero gruppo dei Rio platensi al Parque de 17 febrero, luogo creato dai giovani per i giovani nel 1935. Non solo un luogo dove si svolgono campi giovanili, è un luogo dove abbiamo rincontrato la possibilità di condividere il viaggio e le emozioni del campo, con tutti i ragazzi dello scambio.
Dopo aver aspettato tutti i rio platensi, arrivati da innumerevoli città dell’Argentina e dell'Uruguay, abbiamo iniziato l’incontro con il pranzo. Pato ci ha illustrato l’intero programma del campo, che appariva molto ricco e attivo, lasciandoci la notte del sabato come notte italiana.
Nel pomeriggio abbiamo compartido un attività molto particolare, che consisteva nel pensare a un oggetto o una qualsiasi cosa che ci potesse differenziare dagli altri e allo stesso tempo ci potesse rendere tutti uguali. Ognuno di noi ha, quindi, creato una piccola statuetta con il fango e unendolo sul pavimento abbiamo creato la nostra città. Fatta di  sogni, di dubbi e di luoghi sicuri. Ci siamo aperti agli altri mostrandogli il nostro nascondiglio sicuro e protetto. Dopo l’attività ci siamo dati al lavoro: raccogliere la legna! E’ stato molto divertente sollevare legna  e ridere tutti insieme della poca forza dei maschile, ovviamente si scherza!
La sera ci è proposto un quizzone. Cinque squadre che dovevano cercare di indovinare le risposte giuste per salvare il campo da un pericolo imminente. Come potete pensare che non ci saremmo riusciti? Il campo è salvo!!
Nel giorno successivo si è svolta l’enorme e infinita Attività Grande, così chiamata perché si svolgeva in una prima parte simile a una caccia al tesoro e una seconda simile a una guerra in cui ogni squadra doveva rubare il totem dell’altra. E’ stato davvero divertente.
Arriva così la notte italiana, chiamata anche Fiesta Cara Pintada.
Facce pitturate, musica per ballare, balli tipici occitani, sardi e pugliesi. Sembra che siamo riusciti nel nostro intento di non far annoiare assolutamente tutto il gruppo rio platense.
L’ultimo giorno è stato molto forte per tutti credo. Nella nostra città sono comparsi fili di diverso colore che hanno uniti ognuno di noi ad altri in base ha amicizia e tanti altri sentimenti.
Abbiamo chiuso l’ultima attività con una preghiera e con lacrime. Sembrava la fine del viaggio. 
Fine viaggi in pullman, basta conoscenze nuove, fine giochi e chiacchiere serali. La fine di tutto.
I saluti ci hanno commossi, in particolare quelli con gli argentini, perché sappiamo che nel resto del viaggio che ci rimane non li rivedremo. E’ stato bello poter stare con tutti loro un'altra volta. La cosa che più mi spaventa è di perdere i contatti con loro, ma io come tutti gli italiani faremo in modo che questo legame non si sciolga mai. Arrivederci rio platensi ci mancherete.

giovedì 1 agosto 2013

Ombues de Lavalle

Marta e Cecilia
Un lungo viaggio con numerosi pullman ci ha portati ad Ombues de Lavalle, primo villaggio uruguayano che visitiamo. Finalmente possiamo di nuovo ammirare soavi colline verdeggianti.
Appena scesi dall’ultimo pullman veniamo accolti con applausi, tanti baci e abbracci dalla comunità con cui condividiamo la cena a base di chorizo e torte salate attorno al falò. Incontriamo anche numerosi giovani del posto, tra cui i nostri cari amici Rodrigo, Tony e Santiago, che ci rallegrano la serata con piacevoli canzoni.
Per  la notte siamo ospitati da alcune famiglie, che ci fanno sentire a casa nostra, coinvolgendoci nella quotidianità delle loro vite.
Giovedì  mattina facciamo una breve recorrida del villaggio, visitando una vivienda, ossia un “cantiere cooperativo” dove i costruttori delle abitazioni sono anche i futuri proprietari delle stesse, coadiuvati da un’équipe di professionisti che li guida nel lavoro. Ci rechiamo poi al secundario, la scuola media/superiore secondo l’ordinamento scolastico uruguayano, dove ci vengono mostrate alcune aule e illustrate le recenti novità per quanto riguarda il piano dell’offerta formativa. Infine, vediamo ancora la piazza 1 agosto, dato che proprio in tale data ci troviamo lì e si festeggiano i 123 anni dalla fondazione di Ombues.
Al pranzo comunitario possiamo assaggiare il guiso, piatto tipico a base di riso, carne, patate, piselli e chorizo. Un piccolo momento di siesta ci permette di riposarci un poco, prima di ripartire per Conchillas, dove la comunità tiene i suoi campamentos. Nonostante la pioggia e il freddo, abbiamo comunque potuto ammirare la bellezza e la tranquillità di questo posto non lontano da una bellissima spiaggia, che però è stata in parte rovinata dalla costruzione di una enorme fabbrica.
Naturalmente non poteva mancare la merienda al nostro ritorno, con la quale ci siamo salutati prima della nostra partenza per il Parque 17 de febrero.